C'era una volta il Naviglio a Milano, eh, una news non può iniziare così, invece si, il Naviglio Martesana ad esempio all'ingresso in Milano viene fatto defluire in una griglia per scorrere al di sotto del manto stradale, così pure varie strade del centro storico, nate dalle ceneri di un Naviglio che non scorre più, dove si trovava anche il Ponte delle 4 Sorelle Ghisini, da tempo spostato ai Giardini del Parco Sempione e che dire di Piazza Duomo, lì scorreva il Naviglio che permise di costruire il Duomo di Milano col Marmo di Candoglia, noto paese della Val d'Ossola (VB), valle ad est del Lago Maggiore, altrimenti l'avrebbero costruito da un'altra parte con altri materiali, Milano deve la sua fama pure al Naviglio, famosa rete di canali d'acqua, via di comunicazione e, assieme, d'irrigazione per quei campi meno fortunati di avere un corso d'acqua vicino.
Milano, alla stessa maniera, veniva percorsa dal fiume Olona nella sua parte chiamata meridionale, di cui rimane soltanto il nome di una strada a simboleggiare che il corso d'acqua passava di lì.
L'invaso di contenimento idrico di recente costruzione ha adesso aperto i battenti a nord della città, permettendo alle acque di troppo di defluirvi in un temporaneo lago, eppure, perché non è riuscito ad evitare che Milano venisse di nuovo allagata?
Molto semplice, perché il canale Naviglio si portava via una quantità d'acqua immensa su varie ramificazioni, altresì nei periodi siccitosi veniva sbarrato in più punti, per permettere alle acque di stagnare e continuare ad essere sfruttate.
Così, nuovamente, a partire da ieri 15 maggio 2024 una pioggia da record ha fatto si che i fiumi Seveso e Lambro straripassero inondando nuovamente la città, soltanto il fiume Olona non esonda più da decenni, perché il suo corso è deviato in un canale scolmatore aperto alla bisogna ed esiste una diga con vasca di contenimento in valle a 50 Km a nord; fortuna che i danni sono soltanto materiali.
A Roma le alluvioni la sommergono di meno poiché il fiume Tevere sta sempre lì a cielo aperto e scorrendo al centro della città si convogliano le acque delle piogge in un alveo che è enorme e scorre profondo, lì ci metti tutta l'acqua che vuoi, chiudendo all'occorrenza i passaggi pedonali a bordo fiume.
Tornando a Milano, ecco sopra la Roggia Vettabbia in una mia recente foto free, che col Collettore di Nosedo prende parte dell'acqua che defluisce su Milano e la convoglia a sud, è però troppo piccola per poter dare un cospicuo aiuto alla metropoli padana.
Gennaro Gelmini, sempre continuando nella divulgazione, anche stavolta immagina la sua svettante idea: un nuovo Naviglio per Milano.