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23 settembre 2022 5 23 /09 /settembre /2022 19:01
Esempio del treno: comunque votare

Dai programmi elettorali dei partiti già si poteva presumere che i tempi stessero per cambiare, poiché sembrano mancare alcune note alle faccende che abbiamo portato avanti negli ultimi anni, come già sapessero che non c'era bisogno di scriverne.
Viviamo in una Repubblica e l'ordinamento dello Stato vuole che ci si introduca di tanto in tanto in una cabina e si faccia una o più croci con una matita su di un simbolo racchiuso in un cerchio, non me ne vogliano se non lascio indicazioni di voto, tant'è, non ho nessuno da dover assillare, chissà se vi piace leggere di un fatto accaduto quando eravamo piccoli.
Ai miei genitori piaceva anche fare delle gite fuori porta al lago qui in Lombardia e le mete predilette erano Laveno Mombello sul Lago Maggiore e Como sull'omonimo lago.
Una domenica accadde che facemmo i biglietti per Como, mentre mio fratello sarebbe voluto andare a Laveno, cosicché, alle prime soste del treno prima della stazione di Saronno, dove le linee ferroviarie si diramano su di uno e l'altro lago, mancando per quel momento posti liberi da seduti, viaggiavamo in piedi fuori dallo scompartimento, dove sono ubicate le porte e quel treno che nel decennio 1970 era già molto vecchio, aveva un timone da dove poter sterzare le ruote, non per il freno, ma per le ruote.
Oggigiorno direste che è pura fantasia, perché sui treni lo sterzo non esiste, invece una volta esisteva, siccome queste erano carrozze già funzionavano coi treni a vapore e ai tempi le giravano proprio, per permettere che gli ingranaggi funzionassero sempre seguendo la stessa direzione, all'andata e al ritorno, in quanto c'erano pure dei cosiddetti stantuffi che portati ad una certa velocità, di solito calibrata tra i 40 e i 60 chilometri orari (Km/h), dessero scorrevolezza alle ruote, che per inerzia continuavano ad avanzare in velocità; ancor più inoltre giravano le carrozze per permettere di avere sedili sempre girati in avanti, siccome non c'erano i classici 4 sedili 2 in avanti e 2 indietro.
Curioso quindi il fatto che già ai tempi delle locomotive a vapore occorresse mantenere almeno un chilometro di distanza tra un treno e l'altro durante il viaggio sullo stesso binario, stessa cosa di come accade oggi, coi treni diventati di gran lunga più veloci, poiché adesso per la velocità occorre mantenere le distanze, un tempo invece accadeva a causa dei freni che scivolavano abbondantemente e degli stantuffi che rallentavano ulteriormente la frenata.
Fortuna che ero nato quando avevano già inventato i locomotori chiamati Tigre, che ci permettevano in 8 o 12 ore di andare da Milano a Napoli dai nonni al mare, estate e inverno, nella seconda metà degli anni '70 del 1900, motrici aventi 8 motori per ogni locomotore, una prodezza tecnologica di prim'ordine, ma adesso eravamo sul traffico locale per il lago, su treni scuri, verniciati di marrone scuro, tutti i treni erano di quel colore, tutti, qualcuno diceva color caghetta, noi piccoli pensavamo che fosse per evitare di doverli lavare spesso, di quel colore nessuno si accorgeva se la carrozzeria era sporca, invece era per l'eventualità di dover viaggiare la notte a fari e luci spente, nel caso di conflitti, che noi per fortuna non abbiamo mai visto, nascondendo il treno il più possibile alla vista, pure dall'alto.
Comunque, tornando al nostro viaggio in direzione di Como, mio fratello prese tra le mani quel timone, che comunque veniva tenuto fermo e soltanto inserendo una chiave si sarebbe potuto manovrare, dicendo che avrebbe dirottato il treno in direzione di Laveno e io rispondendogli "ma che stai dicendo? Non puoi fare nulla!"
Feci un cenno a mia madre, perché poteva essere pericoloso toccare quel timone, così lei disse a mio fratello "smettila!" E mio fratello concluse la sua scena, che tanto poi a Como eravamo turisti, mentre alla fine a Laveno ci andammo ad abitare, per 4 anni.

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