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19 ottobre 2010 2 19 /10 /ottobre /2010 15:27

Provincia: la commessa non mi capiva, finché ella affermò la parola periferia e io subito dà, dà, era quella la mappa che cercavo, quella della periferia, la parola giusta era periferia.

Vagon: guardavo sul dizionario, c’era scritto treno, invece mi fecero capire che treno si dice vagon, bell’errore su quel dizionario particolareggiato pagato il doppio rispetto a quello più piccolo ma ben fornito che qualche anno prima comprai risparmiando, comunque la fermata della metrò era quella giusta, il giardino era quello giusto e anche la stazione dei treni era giusta; mi recai in biglietteria, ma le loro macchinette si erano ambedue momentaneamente bloccate, subito un inserviente le sistemò, ma un’andata e ritorno non era possibile farla, facevano biglietti solo per partire, ma che problema c’è, era luglio e c’era il sole di mezzanotte anche ora era prima di mezzogiorno, ero partito, prima ammirai un bosco di faggi, poi case di periferia, quindi foresta intervallata da paludi, la mappa indicava che ormai ci trovavamo all’ultima fermata prima del capolinea, quindi di lì a poco mi accinsi ad alzarmi e prepararmi a scendere e subito notai che le persone accanto a me mi guardavano con facce strane, come per dirmi “dove vuoi scendere?” ma avevo sbagliato fermata, c’era solo un cartello ad indicarla, con su scritto “Km 44”, ed un marciapiede da cui dipartiva un sentiero che si addentrava nella foresta, si aprirono le porte e nel giro di pochi secondi si richiusero, nessuno salì o scese, il treno ripartì e dopo qualche minuto arrivammo al capolinea, che bello questo lago, ne fotografai subito il panorama talmente in fretta da non avvedermi al momento che un uomo si stava dirigendo verso di me, era un militare, due mie foto avevano inquadrato una base militare!

Cosa fare in questo caso? Semplice, far finta di non essere un turista, fortunatamente sia la giacca che la borsa le avevo comprate in Russia, non apparendo come turista, estrassi quindi la mia arma dalla borsa, lui mi arrivò vicino e disse ad un suo commilitone nei pressi una cosa del tipo “ma non vedi che è un russo?” Io gli sorrisi come per affermare “certo che sono un russo, non si vede?” Indi continuai a mangiare, si, perché, cosa avete capito? Io per arma intendevo delle patatine fritte al gusto di cipolla, buone, ma un turista non si fermerebbe di certo a mangiarle vicino ad una base militare, e poi dovevo avere qualcosa tra i denti per far vedere che non parlavo non perché non conoscevo la lingua russa, ma perché ero intento a mangiare.

Continuando il mio percorso, andai verso est ed arrivai fino alla spiaggia del faro; un cane accompagnato da dei ragazzi era intento a farsi il bagno. Tanto che pensai che avrei potuto portarmi il costume da bagno, che se lo dovete comprare in Russia sappiate esclamare alla commessa Kostjum morje, altrimenti se dite la parola bagno vi vendono una mutanda, in tutto quel percorso di 6 Km totali distribuii diversi scritti del mio “messaggio colossale” sul futuro del Mondo, non ricordo quanti, un mazzetto, poi tornando verso la stazione rividi la stessa persona che era scesa con me all’andata dal treno, capendo che di lì a poco il treno sarebbe ritornato a San Pietroburgo, mi affrettai quindi verso la stazione, una buona notizia giacché di orari affissi alle pareti di essa non ve ne erano, trovai però una gentile poliziotta che mi disse che il biglietto andava fatto in treno.

Mi spiace che sia alla poliziotta che ai militari non avevo consegnato il mio scritto, anche loro sarebbero dovuti venire a conoscenza della verità, ma se poi mi avessero fermato, io quando tornavo a casa? Nel tempo in cui eravamo, era il mese di luglio del 2003, non ero pronto quanto lo sono adesso nelle consegne delle mie denunce pro Nibiru.

Passò la controllora a farmi il biglietto, ma invece di farmelo dal lago Ladoga a San Pietroburgo come le avevo detto, me lo aveva fatto da Borzsova Grzva (Борцсова Грцва) a San Pietroburgo come se non tornassi dal lago; giunto in città vidi una signora che portava a spasso due cani pechinesi e mi volli far fare una foto con questi docili e intelligenti cagnolini.

Tornato in Italia scoprii 2 realtà che non conoscevo riguardo questa zona in cui mi ero recato in missione per diffondere i miei messaggi, la prima fu che dai rullini sviluppati si vedeva solo come della nebbia, anche la pellicola del rullino sembrava come manomessa, quindi niente foto! Anche quelle con i cagnetti, nulla! Allora anche se mi fosse capitato di fotografare l’uomo delle nevi ora non ne avrei le prove, ma perché sto dicendo questo? Dovete sapere che alcuni mesi dopo in televisione in Italia, nella trasmissione Voyager della rete Rai 2, tra gli argomenti trattati c’era quello dell’uomo delle nevi, che testimoni lo avevano avvistato tra i 40 e i 60 Km (chilometri) di distanza da San Pietroburgo in direzione nord-est, mi ritornò quindi in mente quella fermata “Km 44”, chissà cosa avrei potuto vedere percorrendo il sentiero che diparte da essa, un giorno tornerò da quelle parti … come sempre in cerca di verità.

Per recarsi sul Lago Ladoga per conto vostro è sufficiente che vi portiate alla fermata della metropolitana denominata Лесная (Lesnaja), indi proseguire in direzione est per 200 metri, poi verso nord per altri 200 metri passando dal giardino dei cagnetti e da un passaggio a livello pedonale senza barriere (attenti alla segnalazione del semaforo!), vi ritroverete così, ancora in città, alla stazione di Кушелевка (Kuscelevka), quindi fate il biglietto e prenderte il treno (вагон, vagon) per il chilometro 44 (Km 44 = километр 44 = kilometr 44) oppure, se non volete chiedere i biglietti per quella fermata, chiedeteli per il Lago Ladoga (Ладожское озеро = Ladozhskoe ozero).

Intanto facciamoci una buona шаверма (scaverma, detta più propriamente sciaverma, una piadina arrotolata) dagli amici.

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Published by Gennaro Gelmini

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