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16 maggio 2014 5 16 /05 /maggio /2014 16:08

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L’essenziale è non illudersi: ricordo che appena imparai a parlare e camminare, poco dopo, durante i nostri giri nella mia città di Milano con fratello, mamma e papà, guardando un treno della metropolitana dissi, con un linguaggio già da allora comunque forbito, che era bello un giorno poter arrivare a vedere i progressi tecnologici... e immediatamente mio padre Giancarlo mi rispose che io li avrei visti, non lui, quella fu la prima volta che feci conoscenza del trapasso se così possiamo dire, da allora quello che è più cambiato nei vagoni della metropolitana è la veloce andatura senza bruschi sobbalzi, quantomeno quasi sempre e questo poiché si sono congegnati dei motori non direttamente collegati alle ruote, ma a dei cuscinetti concatenati che rendono più flessibile partenza e arresto del convoglio.

E sempre da piccolino, un bel giorno mi misi ad ascoltare una cassetta audio (di quelle a nastro per intenderci) con registrata la voce di mio padre durante una conferenza per sentirmelo più vicino, poi quando mio padre tornò mi raccontò che lui sarebbe ritornato sempre, anche se una sera rischiò, tornando a casa c’erano altri suoi colleghi diretti con l’auto nella stessa zona, avrebbe voluto farsi accompagnare, ma un suo collega di lavoro lo sconsigliò e lui seguì quel consiglio, in quanto il guidatore era uno scellerato, loro altri andavano con lui solo per non fare brutta figura come si dice e quella sera stessa finirono letteralmente sotto un camion, l’auto a massima velocità e un camion che frena davanti.

Volevate un articolo più felice? Ce li ho, li avrò, sempre, però occorre neanche illudersi, occorre conoscere la vita e la non vita, che si voglia o non si voglia è così.

 

E sulle miniere, come sta accadendo in Turchia in questi stessi giorni di maggio 2014, che per un crollo si registrano centinaia di vittime tra i minatori e il solo pensiero è terribile, Sentite Cordoglianze, mio padre Giancarlo Gelmini mi raccontava dei canarini che venivano tenuti nelle gallerie poiché sensibilissimi al sentore dei gas esplosivi, per interrompere i lavori in caso di necessità degli asini da soma che divenivano ciechi a furia di stare in quelle gallerie, non che mio padre facesse il minatore, però non si faceva mai i fatti suoi, indagava, viveva la vita senza illusioni, forse anche per questo ha sempre incentivato le mie attività divulgative, ora è in cielo.

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Published by Gennaro Gelmini

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