Praticando, rivedendo quanto accaduto, sui responsi ai terremoti avvenuti, avvertendosi un terremoto di 7.1° Richter il 7 maggio 2015 alle Isole Salomone e un terremoto di 7.5° Richter avvenuto a Papua Nuova Guinea il 5 maggio 2015, le vicissitudini sono parecchie, globalmente progredendo anche le attività vulcaniche.
Nessuno ha avuto da criticare, anzi lo hanno pure scordato, del cielo visto rosso in Mongolia, con della polvere grossolana che sembrava fango, negativamente bollato e da lì a non parlarne più il passo è stato breve, archiviano, che tanto è facile archiviare, rivediamo però quanto successo.
La sismicità in Canada, con i 5.5° Richter in California, USA, con i 6.1° Richter in Nuova Zelanda, con i 6.1° Richter in Canada e in Italia a Ravenna con i 4.0° Richter, eventi tutti del 24 aprile 2015, si confà perfettamente coi metodi di studio mai condivisi dalla scienza per così dire classica, però il terremoto in Nepal di 7.9° Richter è oggettivamente fuori zona, perché andandomi a rivedere gli elementi che incentivano la terrestre trasformazione, così come sta avvenendo, le eclissi, che possono confluire le energie sismiche e vulcaniche a distanza di tempo, posticipandole e incrementandole assieme, non avevano stavolta tanta dimestichezza di traguardo nel Nepal, piuttosto mi rimandano agli incentivi procurati da quel cielo rosso, che la Mongolia, con ripercussione nel non lontano Nepal.
E’ sufficiente che uno studioso classico dica fake, che una cosa è falsa, dietro a dargli ragione, siano necessarie motivazioni per le controprove, poiché, lo vediamo ad esempio, tanto per cambiare, si è dapprima negato l’evento del cielo rosso, per poi confrontarci con un evento geograficamente assimilabile a quel cielo rosso mongolo.
Nella foto la zona dei terremoti sopra i 7° Richter di questi giorni.