Blog di Gennaro Gelmini

Con la poca mobilità che possiamo fare in questi mesi, ci eravamo abituati a fare strade di campagna, lontane dalla confusione e alternative alle strade che in precedenza percorrevamo.

Strade prive di marciapiede e con i bordi alti, muri o muretti, nessuna protezione per il pedone e avviandomi in una di queste vie, esiste soltanto la linea bianca a dividere lo spazio per camminare da quello di transito delle automobili, in più lo spazio è abbastanza grande da consentire il transito di una persona a camminare senza troppi pensieri, tanto che c’è stato pure lo spazio per mettere la segnaletica orizzontale dell’omino che cammina, in meno c’è che dove la strada si allarga un pochino, già c’è chi approfitta per parcheggiare auto e camioncini, finendo pure per occupare gli spazi pedonali.

Da quando è tornato il traffico veicolare, alcune auto prendono a forte velocità la salita della strada e quando si sviluppano incolonnamenti, di solito brevi, di 8 auto circa, l’auto di testa ha il guidatore fuori di testa, che in strade urbane il limite di velocità è 50 Km/h, però col fatto che hanno le auto dietro e la salita davanti, che in questo caso è un senso unico, Via Bertini a Varese, è pure accaduto che la prima auto tentasse la salita a 100 Km/h, così come avvenuto alla metà del corrente mese di ottobre 2020, nel frattempo in cui io Gennaro Gelmini salivo la strada di rientro dal centro città.

Mi sono voltato all’indietro perché sentivo un forte rumore, un’automobile saliva la strada sembrava a 100 all’ora, davanti ad altre auto certamente più lente, mentre all’istante scorgo un varco tra le piante rampicanti, solitamente ben assestate e il muro, come se qualcuno ci stesse passando attraverso e di lì l’auto sembrava presa di forza dal paraurti e sbattuta contro al muro, evitando in tal modo che mi venisse addosso, magari riuscendo a tirarmi sotto, invece a guardare la scena, l’auto è piombata contro il muro senza che il guidatore abbia sterzato e ciò è accaduto in maniera immediata, di netto sulla sinistra, mentre come sappiamo le ruote non possono svoltare a 180°.

Io ci credo ai miracoli e pure per questo sono tornato a Samarate, cittadina di 15.000 abitanti qui in provincia di Varese, a Ringraziare San Leone per il compiuto miracolo, reputando che sia stato lui a proteggermi, siccome il varco aperto tra le rampicanti faceva presagire la provenienza del suo Spirito da sud sud-ovest, quindi proprio da Samarate verso Varese.

Grazie infinite mirabilissimo San Leone.

Rimane pure da annoverare che l’automobilista non ha minimamente rallentato per sua iniziativa, è stato il suo raschiare il muro per un metro che lo ha fatto rallentare, finché ha ripeso la sua folle corsa, ma a quel punto transitando mezzo metro di distanza da me e più lentamente.

Nelle 3 foto: la teca contenente le Sante Spoglie di San Leone, io pellegrino e il muro scrostato dal raschiamento dell’auto.