Campi imbionditi dal Sole sotto un cielo azzurro, il granaio dell’Unione sovietica, molto simile al granaio italiano di quando nel secolo scorso a giusta ragione si incentivava l’agricoltura, per farci trovare qualcosa a tavola ogni giorno.
Al ritorno dell’Ucraina come Stato autonomo è nuovamente tornato il giallo e l’azzurro della bandiera e alla lingua russa è tornato il dialetto ucraino, ridiventato lingua nazionale, con quella particolarità della parola “i” scritta spesso col carattere latino al posto del suo equivalente cirillico “и”, o della “ï” coi 2 puntini sopra, come in lingua tedesca; bello se nel cirillico aggiungessero la “g” perché non ne esiste l’equivalente, la “г”, ma l’equivalente per la precisione è una “gh”, questa traslitterazione può essere posta anche in Russo.
L’Ucraina si appresta a divenire, quando verrà la pace, una Nazione felicemente agricola come è giusto che divenga anche in altre parti del Mondo, in più esportatrice, che ha prodotto 63 milioni di tonnellate di prodotti agricoli nel 2013, si accinge a poterne produrre tra le 80 e le 100 tonnellate l’anno, questi i dati che mi arrivano direttamente dall’Ucraina, uno tra i 10 maggiori per rese agricole per ettaro al Mondo, questo “Stato ponte tra oriente e occidente” oso dire beneficia, come tutti gli Stati in crescita, anche di parziali esenzioni agricole dalle tasse, seppure mi conoscete, me medesimo Gennaro Gelmini gradirei più di parlare di un Mondo senza turbamenti da denaro, che se vivessimo come una famiglia collaboreremmo ad un percorso comune, senza soste e senza scandali.