Non ci fu peggior disastro dell’invisibilità, invisibili non tecnicamente, invisibili nella società che esclude continuamente chi è contrario al pensiero comune, che vuole si dica sempre si.
“Il treno è in attesa di autorizzazione al movimento” dice il capotreno ai viaggiatori del convoglio sul quale sto viaggiando e si, c’è la neve, che a causa delle condizioni meteo avverse parte prima il treno locale, ho fatto quindi bene a evitare di spostarmi, che ero titubante se saltare sul treno diretto, ma non sempre la via più corta è quella giusta.
Notare, una signora si snoda il filo degli auricolari del telefono mobile, però al vederla di striscio sembrava stesse cucendo ai ferri, il disastro della società dicevamo, è allorquando un problema è tuo e mai della società nella quale viviamo, ogni impossibilità all’azione di ogni singolo individuo è vissuta come una cosa a se stante, presso la quale manca il bisogno di intercedere, senza invece contare che ogni situazione di ogni singolo individuo si riflette nell’intera società, decretandone a lungo andare il crollo su quella stessa situazione se nel frattempo in tanti saranno gli uguali fallimenti.
Eppure la vita ha dei risvolti incredibili, quindi bisogna attendere quel momento, iniziamo a fare esempi partendo dalla cultura spicciola, per poi arrivare a qualcosa di più efficace.
Vado da Varese a Milano e viceversa, qui in Lombardia, Italia, per chi non lo sapesse, mentre una tempesta di neve blocca in parte il tragitto e ciò l’ho spiegato prima, sopra le foto dal treno, della mattina del 4 dicembre 2020, che è un venerdì, transitando da Cavaria, Gallarate, Busto Arsizio, Legnano, mentre al ritorno perdo il treno e quello successivo è soppresso, poi pure il treno locale è soppresso, che faccio? Mi trovavo allora alla stazione di Milano Bovisa, sarei potuto andare a piedi verso la stazione di Milano Villapizzone nei casi più gravi, come questo d’altronde, invece decido di prendere un treno per Novara, che mi porterà a Saronno, trovando a Saronno il treno per Laveno Lago maggiore, lo stesso treno che avevo perso a Bovisa, ma che era rimasto fermo a Saronno per più tempo, poi nella non lontana città di Tradate, più a nord già in territorio varesino, il treno viene soppresso, seppure mi mancavano solamente circa 12 chilometri al traguardo.
A quel punto nell’attigua Venegono esiste un servizio di aerotaxi, però i viaggiatori pendolari non sono così felici di spendere, allora si attende il primo treno, che dopo il nostro soppresso, pure un altro locale risulta soppresso, a saperlo a Milano avrei cambiato stazione appunto, che per Varese abbiamo 2 ferrovie, io mi arrangio a trascorrere il tempo scrivendo questo articolo, in stazione a Tradate in un bellissimo assembramento, chi invece ha fatto 8 ore di lavoro a Milano sembra infuriato, che dove per me è un buon metodo per dimagrire saltando cena, che da 130 Chilogrammi sono sceso a 110 Kg in 6 mesi, senza dover nemmeno pagare un centro di dimagrimento, per altri è un buon metodo per covare, comunque sempre allegri.
I viaggiatori continuano a dialogare, tramite la palina SOS situata dentro la stazione, con le Forze dell’Ordine, dicendo che ci hanno abbandonato e che c’è un assembramento involontario a favore del corona, avranno anche ragione, seppure per covare ha anche bisogno di tanta calma, poi dicono che arriverà un treno al binario 2, è quello dopo un’ora che già attendiamo, per fare un altro assembramento, stavolta sul treno, coi viaggiatori prima bloccati a Milano.
Ho finito questo articolo? No, al momento in cui scrivo, su di un semplice quaderno, sto ancora viaggiando, 2020 ricordiamolo.
Il treno che dobbiamo prendere dalla ridente città di Tradate io Gennaro Gelmini e i passeggeri diretti a nord, verso Varese e Laveno, non è ancora arrivato, quindi chiedo “per Varese?”
“Teoricamente dovrebbe arrivare qua” mi risponde un viaggiatore oramai esausto come l’olio di risulta, indicando il binario 2, dove però risulta sul display luminoso un treno per Milano e considerando che il passaggio a livello a sud della stazione è ancora alzato, hai voglia ad attendere, però poco dopo tutto sembra funzionare e si parte.
Guardando dal treno la strada provinciale, si nota una lunga carovana di auto che con la neve fa fatica a circolare, chissà che arrivati a Varese mi domandino che ci faccio alle ore 22 per la strada, ma pensavo di tornare a casa per tempo, che questo treno funzionava, siamo già in Valle Olona a Vedano, Malnate, quindi?
Il capotreno fa l’annuncio che per il lago Maggiore a Laveno occorrerà prendere un bus che partirà da Varese alle ore 22:40 e diventiamo dei felici fuori orario.
Fermi alla stazione di Malnate, nuovamente comunica il capotreno dagli altoparlanti che siamo in attesa dell’autorizzazione per accedere alla stazione di Varese, così telefoniamo alle nostre rispettive famiglie col telefonino, dicendo che forse arriveremo a casa prima di mezzanotte, pure se c’è alla bisogna una cabina telefonica fuori dalla stazione di Tradate prima, dentro la stazione di Malnate adesso.
“Si avvisano i signori viaggiatori che a breve sono in fase di ultimazione delle manovre che ci permetteranno di accedere alla stazione di Varese” è il messaggio del capotreno alle ore 23:17, sono già 5 ore che viaggio, quando ne basterebbe poco più di una per il tragitto percorso, poi quel “siamo pronti a partire” e si parte, come per i messaggi sugli aerei, ma come volevate che andassi a Roma quest’anno se già si fa difficoltà ad andare a Milano? Pazienza, ma non era Speranza il Ministro?
Piove e camminando per le strade ancora piene di neve a Varese, ecco che anche Gennaro Gelmini torna nella sua dimora, ho trovato una moneta da 2 Euro per terra nei pressi di un benzinaio, ora è mia, la trasformerò prima o poi in un caffè con brioches, intanto tornato a casa mi faccio un po’ di cucina italiana, pane con gamberetti e insalata russa.
C’è da aggiungere? No, questo articolo è già fin troppo lungo, quasi 6 ore il tempo totale del mio viaggio per il solo ritorno.