Cosa avreste fatto nel teatro della vita?
Il segreto della vita è avere sempre progetti, lo sapete?
Perché avere progetti fa continuare a vivere la vita e non ci avevate pensato, fa pure riuscire in progetti che credevate irrealizzabili, la vita insegna che ogni cosa è possibile.
Ciò che viviamo noi lo vivono anche gli altri e ogni giorno ci si confronta tra noi e dove si passa per la strada, lì si snodano le vie della vita.
Ho pensato molto, per la strada, al comportamento mio con gli altri, le altre persone, che così come ci comportiamo noi, vorremmo si comportassero gli altri, ma non è sempre possibile.
Dipende, dipende, da semplici cose, ad iniziare da questo scritto, che piacendomi scrivere con la penna a sfera e in viaggio, oso scrivere con la mano sinistra, mentre la mano destra tiene ben ferma l’agenda sulla quale scrivo e indovinate, ho dovuto pagare di più per avere una penna a sfera, sempre di plastica, ma color argento, che mi consente di scrivere con la mano sinistra senza che la penna finisca poco dopo di rilasciare l’inchiostro sul foglio di carta.
Mi spiego meglio, sembra e così è, che alcune penne scrivano meglio con una certa inclinazione della mano, piuttosto che un’altra, così scrivendo con la sinistra non c’è possibilità, questo fa parte di quelle questioni di cui la società non occupa il tempo, poiché considerate di secondaria importanza, ma è proprio dalle questioni inizialmente secondarie che nascono le primarie e si costituiscono e rafforzano, nascere, crescere, ammogliarsi, accasarsi, andare al bar con gli amici, divorziarsi, ma no, suvvia!
Dai, speriamo in bene, che percorrendo la strada la sera, per trovare l’ultimo bar aperto per l’ultimo caffè, mi sono molto piaciute quelle colorate luci soffuse per la strada, fanno ricordare che non siamo soli, dopotutto, mettendo allegria.
Oh, non si può dire molto piaciute?
Oh, ma come per quelle valige ingombranti, i finestrini sporchi, tutto passa, passeranno anche a pulirli prima o poi.
Passa un controllo, poi un altro, quanti chilometri si fanno a piedi gli impiegati delle ferrovie del personale di bordo.
Intanto che io scrivo pensando ciò, loro pensano a come faccia io a non smettere di scrivere, evidentemente mi concilia il sonno, che verrà, non ho bisogno di mettermi con la faccia sul piccolo tavolo tra i sedili per dormire, dormirò come quando ci appisoliamo in poltrona la sera tardi, finché arriverà il sonno, speriamo abbia le chiavi.
Ho dormito per 6 ore, wow! Ho pure trovato un finestrino da poter aprire e respirare l’aria delle campagne senza smog.
Si potrebbe migliorare la capacità dei sedili, rendendoli meno concavi e più morbidi sul fondoschiena e vendere un cuscinetto adatto, che adesso non ho e lo comprerebbero tutti, se venduto nei pressi delle principali stazioni.
Il treno viaggia veloce, ma è più lento degli altri, siccome qui traina solo il locomotore.
Dormendo ho sognato un piccolo animaletto giocattolo con una luce che si accendeva sulla bocca, segno che noi piccoli, quando parliamo, siamo guidati dalla luce e qui trascrivo ciò che mi sono segnato a tergo di questo scritto della notte di viaggio tra il 28 e il 29 ottobre 2021, ovvero che i cestini gettacarte sono fastidiosi per le ginocchia, d’altronde va detto, in modo da migliorarci, sempre.
La visione di una piana baciata dal sole ci spinge infine a rimanere svegli, ad ammirare lo spettacolo come quando eravamo bambini.
Paesi agricoli con una breve parentesi industriale, luoghi mai avari, ma che offrono lavoro a giornata.
Se le cose proseguono nel giusto modo è grazie a chi? Se ci vanno male è colpa di chi? Siamo contenti che per l’ennesima volta ci è andata al meglio, così ne godiamo, però grazie a chi?
Se riceviamo la grazia che una giornata c’è andata bene ringraziamo, se c’è andata male ringraziamo lo stesso, che sempre grandi sono le attenzioni di cui ci fanno dono, il dono dell’Immenso.