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20 luglio 2016 3 20 /07 /luglio /2016 17:34
La terra dei topi

Non abbiate risentimenti per quest’articolo, esso è frutto dell’amore incondizionato, che a parole è facile, nei fatti difficile, pure questa è cultura e non vi faccio attendere, che intanto scrivo della tassonomia animale.

Come sappiamo o dovremmo sapere, sul pianeta Terra una stima attestava che vi fossero 6 esseri umani per ogni topo, una di quelle stime che teniamo per buona, fatta anni addietro.

Perché il topo è riuscito ad arrivare in ogni dove?

E’ ovunque!

Dipende dal metodo che utilizza, il metodo! Col criceto, l’antenato del topo! Rivivremo la sua storia.

Un archeologo nel 1839 rinvenne il corpo di un criceto, si pensava fossero estinti e quel ritrovamento destò stupore, infatti più tardi, nel 1930, fu ritrovata in Siria una cricetina, una femmina con 12 cucciolini, da qui in Israele, Inghilterra e Stati Uniti d’America, dove li fecero riprodurre e da allora sempre addomesticati, si diffusero nuovamente in tutto il Mondo.

Oggigiorno appunto il criceto rimane solo allevato, il topo ha preso il sopravvento e io adesso porto a frutto cosa può essere successo, che si confà alla vita di questi dolci animali.

Iniziamo così, dapprima occorreva un animale che sapesse diffondersi ed adattare in ogni dove, ovunque nel Mondo sulla Terraferma, che di topi se ne troveranno pure nei condotti dell’aria condizionata delle navicelle spaziali, ma questo nell’eventualità non ce lo fanno sapere, che una notizia così sarebbe imbarazzante, l’animale idoneo era il criceto, poiché i suoi piccoli, quando mamma partorisce e possono essere solitamente anche 6, come 6 sono i suoi capezzoli, mica 2 come gli umani, già questo è buono a favore della loro diffusione, sebbene poi si cresca in sovrannumero, ecco perché per qualche motivo è meglio di capezzoli averne soltanto 2, ma tant’è, 2 genitori, 6 figli, la triplicazione della specie oseremmo dire.

Intanto appare logico che sia il criceto ad avere la meglio nella diffusione, poiché succede che il maschio ritenga i suoi figli dei concorrenti, facendoli così fuggire lontano dalla tana incattivendosi con loro, in questo caso la diffusione era rapidissima quando la popolazione umana era soprattutto nomade, poiché lascia la possibilità alla natura di ritemprarsi dalle attività umane che la toccano allorquando l’uomo si sposta nuovamente, consentendo al criceto di ritrovare l’ambiente naturale non urbanizzato.

Ormai però, all’aumento consistente di una popolazione umana di tipo stanziale, permangono le condizioni affinché quello spazio ormai perennemente antropizzato, permanga libero da ogni consumatore di leccornie, dai granai alle provviste alimentari.

Possiamo quindi presumere, che è quasi una certezza, per me una certezza, che dopo un agire da criceto, si sia stimolato un tipo d’agire da topo.

Perché? Come agiscono i topi?

Gli studi più accurati sui topi vengono compiuti durante le emergenze rifiuti, ovvero quando i rifiuti non si sa più dove metterli.

Già negli anni ’80 del secolo scorso 1900 se ne parlava, squittii di topi abitatori delle fogne per necessità, uscivano allo scoperto, scalando sacco dopo sacco la spazzatura e il primo che trovava qualcosa da mangiare, per primo l’assaggiava, soltanto se nulla gli accadeva immediatamente alla salute, accorrevano anche i suoi compagni topi a mangiare, oltreché tanti e tanti altri accorgimenti che è difficile farsi sopraffare.

Il topo, agendo il gruppo, in branco, ha stavolta il suo predominio grazie al criceto, pioniere di questa diffusione.

Con mio rammarico ho trovato scritto da qualche parte “vietato dar da mangiare ai piccioni” e mi dispiace, i bambini si sono messi a giocare con gli smartphone invece di rimpinzare i volatili, però si potrebbe obbiettare che se è vietato dar da mangiare ai piccioni, si può dare da mangiare ai corvi, cornacchie, merli, gabbiani, folaghe, beccacce, tordi, avvoltoi, falchi, barbagianni, cinciallegre, pettirossi, cigni, passerotti, scriccioli, eccetera, che arriva un controllo e si potrebbe obbiettare che i volatili a cui si sta dando da mangiare non sono gli stessi descritti dal cartello, pure a scrivere “Vietato dare da mangiare agli uccelli”, si potrebbe obbiettare che si stava dando da mangiare alle nutrie, poiché si era rimasti estasiati di come questi animaletti enormi costruiscano delle tane a fianco dei corsi d’acqua, facendo buchi, altrettanto enormi, altrimenti non entrano, negli argini e tal volta a causa di ciò non sono amati.

Mai ho trovato cartelli con sopra scritto “Vietato dare da mangiare ai topi”, forse perché ci si vergogna di averli nel luogo, in loco come si dice, però se è pure vietato dare da mangiare a qualunque animale selvatico, è possibile dare da mangiare agli insetti.

Siate saggi, rispettate la legge, ho scritto ciò per motivi sensati, logici, perché per meglio dire, la logica la trovo a causa dell’amore, amore che deve essere per ogni Creatura.

Ho scritto quest’articolo sapendo che c’è molto di realistico in tutto ciò che vi scrivo, che in qualche modo è stato provato.

E si, lo sappiamo noi!

Una normativa prescrive ad esempio le specie protette nelle aree come ad esempio il Parco Campo dei Fiori, che oltre ad una piazza di Roma, in questo caso è una montagna intatta soprastante la città di Varese in Italia.

Allorquando eravamo agli inizi del nostro cammino per la tutela dell’ambiente, capitò di imbatterci nella telefonata di una signora che lamentava a casa sua strani rumori in soffitta, andammo quindi a vedere e scoprimmo una famiglia diciamo così, allargata, di ghiri, che essendo di specie protetta, non si potevano allontanare, i ghiri potevano dormire sonni tranquilli, andando rispettati.

A quei tempi a casa nostra si accudì pure un pipistrello che era caduto dalle pareti di una grotta e non più accudito nel marsupio dalla madre, che se perso non lo va a riprendere, dormiva in un marsupio appositamente attrezzato, in camera nostra, liberandoci così da eventuali petulanti non amanti della natura, allattandolo con un minuscolo biberon, finché cresciuto lo riportammo nella sua grotta, così come pure una rondine a casa nostra, allevata con cura e quindi riportata in campagna e da aggiungere c’è il nuovo salvataggio di domenica scorsa 17 luglio 2016, ne scriverò.

La rivincita dei dolci animaletti, i topi ce la fanno ad evitare di farsi vedere pure perché hanno una sentinella, che al suo fischio per un eventuale pericolo, fuggono tutti, in uguale maniera a come fanno le marmotte.

Ho scritto quest’articolo prima a mano tre mesi addietro, alla metà del mese di aprile 2016 e non sapendo quale fosse il momento adatto per pubblicarlo, lo pubblico adesso, in questo accaldato luglio 2016, che dicono che dalla bassa Pianura Padana vorrebbero allontanare la nutria, che è un roditore di grosse dimensioni, perché fa le tane ai bordi dei fiumi, si possano trovare soluzioni senza misure drastiche.

Nella foto: i topi hanno una strada dedicata a Gallarate, città della provincia di Varese, è Vicolo dei Ratti, da dove però sono spariti da tempo.

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Published by Gennaro Gelmini

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